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Google+: richieste record


Sono due giorni che ha aperto Google+, le richieste sono da record, su Twitter si cercano inviti all'impazzata ed il titolo in borsa di Google riprende a salire.
Ieri abbiamo parlato approfonditamente di Google+, il nuovo social network targato Google.

La notizia di oggi è che pare che il colosso di Mountain View questa volta abbia fatto centro. Dopo i fallimenti di Buzz e Wave, stavolta sembra aver catalizzato l'interesse degli utenti.

Anche questa volta sembra che l'idea geniale sia l'interoperabilità, la possibilità di integrare servizi diversi di un proprio ecosistema (la stessa cosa che sta provando a fare Microsoft con la nuova versione del proprio sistema operativo mobile, Mango e con la prossima versione di Windows, Windows 8). In Google+ l'obiettivo è cercare di sfruttare il successo di Android (arrivato a 500 mila attivazioni al giorno), la mole di video di YouTube (ben 48 ore di video caricati ogni secondo), l'enorme bacino di utenza di Gmail e del motore di ricerca (un miliardo di visitatori al mese) e le capacità innovative degli ingegneri di Mountain View.

A proposito di innovazione. Una ulteriore nuova caratteristica di Google+ sembra molto interessante. Dentro +Videoritrovi, la chat video multi-utente pare ci sia la possibilità di guardare insieme ai propri amici, contemporaneamente, i video di YouTube per commentarli insieme mentre ci si sta guardando in cam. Questa cosa l'ho letta in rete da chi l'ha provata, io ancora non ho ricevuto l'invito, quindi non vi posso dare per certa la funzionalità.

La cosa sicura invece è che in questi giorni Google abbia attirato l'attenzione della rete e della comunità finanziaria. La scelta di aprire su inviti è stata vincente. Per più motivi. 

  1. C'era la possibilità di fare il picco di utenti, in questo caso il rischio era di fare brutta figura con i server che non avrebbero potuto reggere tutto il traffico. L'applicazione è nuova e quindi anche gli ingegneri che manutengono il sistema devono fare esperienza su quello che è il comportamento degli utenti. Un ingresso graduale permette di tenere tutto sotto controllo e fare in modo che gli utenti vivano una user-experience veloce e coinvolgente.
  2. Dopo la primissima fase, con una richiesta record, Google ha deciso di modificare la politica di inviti. La richiesta che ho fatto io sarà cestinata. Adesso saranno gli utenti che stanno dentro ad invitare nuovi utenti. Ogni utente ha a disposizione 100 inviti.
  3. Una limitazione degli ingressi crea hype, attesa, fa parlare di sè. In rete ora c'è la corsa su Twitter ad elemosinare gli inviti da chi già è entrato. E chi ci è entrato può raccontare agli altri le sue impressioni. E quindi nuove recensioni sui blog.
E questo successo sta cambiando le sorti di Google in borsa.

Nel corso di quest'anno l'andamento del titolo è stato da gennaio calante scendendo sotto la soglia dei 500 dollari ad azione. Complice la crisi dei mercati ed il grande successo in borsa di Apple che ha catalizzato l'attenzione degli investitori.

Adesso che a Cupertino sono senza il loro Guru, Steve Jobs, autosospesosi per malattia, Apple stacca il peggior semestre dal 2008 ed il titolo ora inizia a risentirne.

Di contro le azioni di Google negli ultimi giorni sono molto toniche, in rialzo dell+1.8% due giorni fa e del 2.56% ieri, permettendo al titolo di risalire sopra i 500 dollari per azione.

Non so voi, ma io fino a ieri era dubbioso delle quotazioni di Facebook, oggi i dubbi non ci sono più sono certezze. Google è un'azienda che fattura, continua a creare software innovativo e crea valore. Facebook ha livelli di fatturato almeno 10 volte più bassi (numeri certi purtroppo non ce ne sono) e nelle nazioni dove è forte ha raggiunto la saturazione (quando arriva al 50% della popolazione smette di crescere), nelle nazioni dove è debole (ad esempio, Brasile, Russia, e l'immenso mercato della Cina) non è riesce a penetrare.

Se a Palo Alto non trovano il modo di uscire aprire nuovi business al di fuori dei social network per poi integrarli nei servizi agli amici, diventerà difficile mantenere il valore di 100 miliardi che ora viene attribuito a Facebook.


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