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Google compra Motorola Mobility


Google compra Motorola (e i suoi brevetti) per contrastare Apple e Microsoft nel mondo smartphone. Mentre il Sole 24 Ore non legge le fonti per commentare la notizia.
In un ferragosto sonnecchioso, ecco la notizia che non ti aspetti. La più grossa acquisizione nel mondo della telefonia cellulare da anni a questa parte.

Google ha comprato Motorola Mobility per 12,5 miliardi di dollari. Attenzione Motorola Mobility, non Motorola come ho sentito al telegiornale ieri sera. Motorola non esiste più. All'inizio dell'anno è stata divisa in due entità separate Motorola Mobility e Motorola Solutions. Motorola Mobility era la società che si occupava della produzione e progettazione dei cellulari e dei tablet (che ormai si era votata ad Android per risalire la china da cui era sprofondata non riuscendo più ad eguagliare i successi del Razr).

Questa operazione finanziaria è una netta svolta nella filosofia di Google. Fino ad ora, Google non era nuova ad acquisizioni, ma ha sempre comprato start-up promettenti o piccole (per Google) società. Questo avviene decine di volte l'anno, ed ogni tanto ne abbiamo parlato (Google compra Phonetic Arts), ma mai fino ad ora aveva comprato un pezzo grosso. Ed obiettivamente non le è costato neanche tanto. Se pensate che Microsoft ha sborsato 8 miliardi di dollari per Skype.

Il colosso di Mountain View ha approfittato del periodo di "saldi" in borsa per completare un acquisto "cicciotto". La crisi finanziaria di questi mesi ha fatto scendere le quotazioni di tutte le società in borsa, e Motorola Mobility non era stata esente da un corposo calo. Google ha in questo modo potuto partire da un prezzo molto basso ed ha deciso di offrire agli azionisti 40 dollari per azioni che costituisce un premio del 63% rispetto alla chiusura di mercato di venerdì. Per chi non è pratico di borsa, il motivo è facile da spiegare. Le grandi società sono quotate in borsa, il che vuol dire che la proprietà è sparsa in diversi soggetti, da grandi società di investimento e piccoli risparmiatori. Quando viene fatta un acquisizione, viene maggiorato il prezzo di borsa (detto premio), per convincere la maggior parte dei proprietari a cedere le loro azioni rispetto ad un corrispettivo più consistente del valore attuale di borsa. E quindi i risparmiatori in possesso di azioni di Motorola Mobility si sono trovati da un giorno all'altro con il 63% in più di valore in tasca.

Per capire meglio i dettagli della notizia mi sono andato a leggere un articolo del Sole 24 Ore, la principale testata finanziaria del nostro paese. Il titolo era Google e Motorola, ecco perché è un matrimonio rischioso. Decisamente deludente. Se fossi andato a leggere un blog avrei avuto un'analisi più precisa. Pieno di errori ortografici (sottolineati anche dai commenti, e non tutti corretti) e soprattutto con l'evidenza di non conoscere i movimenti in atto nel mondo smartphone e di non aver letto le fonti ufficiali.

Secondo il giornalista esperto della testata finanziaria, il matrimonio per Google è rischioso, perchè Motorola non sa fare cellulari "fighi" e perchè questa mossa andrà ad indispettire i partner (Sansung ed Lg) che producono i cellulari Android.

Partiamo da questa ultima affermazione. A parte il fatto che non sono solo Samsung ed Lg a produrre dispositivi con Android, ma in tutto sono ben 39, fra cui Motorola Mobility. Tralasciando questo dettaglio, bastava leggere il comunicato stampa ufficiale nel quale era presenti le reazioni dei partner all'acquisizione, ripreso anche dal CEO Larry Page nel suo profilo su Google+.

“We welcome today’s news, which demonstrates Google’s deep commitment to defending Android, its partners, and the ecosystem.”
– J.K. Shin
President, Samsung, Mobile Communications Division
“I welcome Google‘s commitment to defending Android and its partners.”
– Bert Nordberg
President & CEO, Sony Ericsson
“We welcome the news of today‘s acquisition, which demonstrates that Google is deeply committed to defending Android, its partners, and the entire ecosystem.”
– Peter Chou
CEO, HTC Corp.
“We welcome Google‘s commitment to defending Android and its partners.”
– Jong-Seok Park, Ph.D
President & CEO, LG Electronics Mobile Communications Company


Evito di tradurre letteralmente ogni affermazione dei capi di Samsung, Sony Ericsson, Htc ed LG (a proposito, nel comunicato stampa se vi interessa sono di più). Il succo è che tutti sono felici della mossa di Google. Strano, nessuno si è arrabbiato come suggerito dall'articolista del Sole 24 Ore.

Il motivo è molto semplice. È vero che in questo modo Google entrerà nell'hardware e potrà fare un certo grado di concorrenza ai suoi partner, ma di contro ci sono altri due fattori.

I principali componenti dei telefonini (schermi, processori, memoria) sono prodotti da Samsung ed LG, che quindi di contro vedranno un aumento di commesse.

In secondo luogo, più importante, l'acquisizione fa parte di una strategia difensiva di Android, come spiegato nel blog ufficiale di Google, e sempre nel comunicato stampa. In questi mesi è in atto nel mondo mobile una guerra di brevetti, che, nei suoi confronti, Google considera anti-competitiva.

Assistiamo ad un conflitto fra Apple e Samsung (iPhone contro Android) per questioni di brevetti dove i due contendenti cercano di bloccare i prodotti avversari nei tribunali. Microsoft guadagna un miliardo di dollari l'anno da Android perchè questo sistema operativo viola diversi brevetti del colosso di Seattle e quindi diversi produttori preferiscono pagare delle royalties. Oracle ha fatto causa a Google in quanto l'utilizzo di Java viola le proprietà intellettuali della società di Larry Ellison proprietaria del linguaggio di programmazione.

Larry Page considera questi attacchi contro l'innovazione di Google. C'è da dire, obiettivamente, che questi attacchi non vengono fatti da Patent Troll, ma da società che hanno fatto ricerca per creare ed usare quei brevetti, quindi l'innovazione di Google prende a piene mani, da sforzi fatti da altri (e se i produttori di dispositivi Android hanno deciso di accordarsi con Microsoft per pagare royalties senza passare per tribunali, più di un fondo di verità esiste).

Quindi l'acquisizione di Motorola Mobility, va vista in un ottica difensiva, visto che porta in dote 17 mila brevetti, che potranno essere usati per difendere meglio Android (a beneficio di tutti i partner produttori). E nella stessa ottica va vista l'acquisizione di 1.000 brevetti di IBM operata nelle settimane scorse.

A fomentare la polemica con Microsoft ed Apple, c'è anche la questione Nortel, gigante delle telecomunicazioni fallito nel 2009. I suoi 6.000 brevetti sono stati acquisiti, per 4.5 miliardi di dollari, da un consorzio formato fra gli altri da Apple e Microsoft. Google ha commentato l'operazione come un tentativo di acquisire nuove cartucce da sparare contro Android in tribunale, invece che usare la competizione di libero mercato. Accusa respinta seccamente da Microsoft, la quale ha pubblicato mail, in cui si viene a conoscenza che Google era stata invitata nel consorzio, ma si era dichiarata non interessata ai brevetti.

Una cosa è sicura. L'atmosfera nel mondo mobile è caldissima, ed è chiaro che il punto vincente lo fa il software, non l'hardware. Rispondendo all'articolista del Sole 24 Ore, Nokia fa cellulari molti "fighi", dal gran design e dall'hardware di prima scelta, eppure è sull'orlo del fallimento, tanto da decidere il matrimonio con Windows Phone 7.

Ormai l'ago della bilancia per i consumatori è in mano ai consumatori, non comprano più un Nokia o un Samsung, ma scelgono fra Android, Window Phone 7 e iOs, che sono i tre sistemi operativi che hanno un ecosistema, che permette di spostarsi fra più dispositivi (ne parleremo ancora in futuro).

Noi di ideativi, come sviluppatori abbiamo deciso di concentrarsi su queste tre piattaforme, che a detta di molti analisi, sono il futuro. Le altre probabilmente andranno a morire. Anche Blackberry, molto forte nel recente passato, ha imboccato una parabola discendente e sta seguendo una strada sbagliata nel coinvolgimento degli sviluppatori (per iniziare a sviluppare per loro, vogliono un deciso investimento economico di alcune migliaia di euro, contro le qualche decina che vogliono Apple e Microsoft per pubblicare sui loro marketplace e lo zero richiesto Android).


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